A distanza di due mesi dall’ultimo evento a carattere nazionale di Ancona (Campionato Italiano di atletica leggera indoor), sarà il tennis a far ripartire il calendario FISDIR. Riservato agli atleti agonisti, il Master Finale di Cordenons (PN) chiuderà il Circuito dei tornei relativo al 2020, interrotto a fine ottobre a causa della seconda ondata di pandemia. Le gare si svolgeranno il 20 e 21 marzo presso l’impianto “Eurosporting” (leggi la circolare).
Per capire lo stato di salute della disciplina abbiamo intervistato il Referente Tecnico Nazionale Vincenzo Morgante, nominato per il quadriennio paralimpico 2021/2024.
Buongiorno Vincenzo. Il Consiglio Federale ti ha assegnato questo nuovo incarico. Come ti sei avvicinato al nostro movimento e come stai strutturando il ruolo di Referente Tecnico Nazionale del Tennis FISDIR?
Buongiorno a voi. Sono entrato nel mondo FISDIR da circa 5 anni con l’ACSD Arcobaleno di San Vito al Tagliamento, vedendo nella proposta federale una buona opportunità per i nostri ragazzi. Ho iniziato con 2 atleti, poi il numero di tesserati è cresciuto e anche il mio coinvolgimento nell’attività FISDIR. Quando mi è stato chiesto di dare una mano dall’interno sono stato molto contento e mi sono sentito onorato, perché ho percepito questa decisione come un premio agli sforzi profusi nel corso delle varie tappe dei Circuiti che si sono svolti negli anni. Mi piace l’idea di poter far crescere il movimento del tennis FISDIR, perché è impensabile che abbiamo solo 60-70 atleti in un Paese come il nostro in cui il tennis è uno sport molto praticato.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di trovare collaboratori sul territorio che potessero aiutare a trovare società e atleti, dividendo l’Italia in macro aree. I risultati si sono già visti, intraprendendo un viaggio condiviso con società FIT e Circoli Sportivi. Proprio il mondo FIT (Federazione Italiana Tennis), che conosco da anni essendo anche fiduciario regionale per il tennis in carrozzina, è ricco di atleti con disabilità intellettivo relazionale che possono avvicinarsi al circuito FISDIR, per competere nelle nostre gare. Abbiamo scoperto che ci sono tanti ragazzi che già praticano la disciplina, ma che sono ancora fuori dalla FISDIR. Per questo siamo in contatto con loro per fornire tutte le informazioni necessarie e proseguire nel lavoro di ampliamento della base. In più, c’è l’intenzione di aumentare il numero di tappe del Circuito 2021. Se la situazione sanitaria non peggiorerà, alle quattro tappe già calendarizzate proporremo di aggiungere Novara, Padova, Latina e una tappa pugliese. Ritengo sia uno strumento determinante per coinvolgere più atleti possibili e, come successo nella tappa di Caltanissetta, accogliere nuovi atleti nel nostro movimento.
Quali sono i principali argomenti di dibattito con le società?
Già lo scorso anno, nel 2020, si percepiva molta preoccupazione perché il coronavirus ha ridotto al minimo il numero dei partecipanti. Nelle tappe disputate abbiamo avuto un 30-40% degli iscritti, con molte defezioni soprattutto dalle zone del Nord Italia particolarmente colpite dalla pandemia. Le società, nonostante questa grande incertezza, hanno cercato di proseguire le attività in sicurezza, ma è inutile negare che le difficoltà abbiano inciso sul numero di atleti presenti. Tuttavia, e questa è una cosa da sottolineare, l’incremento delle tappe del Circuito 2021 sarà reso possibile proprio dalla volontà delle società di fare attività e permettere agli atleti – per ora solo agli agonisti – di gareggiare. Poterlo fare in tutta Italia ritengo sia un qualcosa di straordinario, mai prima d’ora si erano contate così tante tappe e ben distribuite sul territorio.
Come si è svolta l’attività dei tesserati dall’ultima tappa di Maserà di Padova a fine ottobre?
Sicuramente l’attività è stata influenzata dalla pandemia e oltre all’aspetto sanitario, va sottolineato, c’è quello psicologico: tanti atleti sono spaventati, in particolare coloro che hanno vissuto il Covid-19 in casa. Per questo è difficile, in alcuni casi, parlare di ripartenza, anche se siamo convinti che la pratica sportiva possa essere uno strumento per lasciarsi alle spalle le difficoltà di questo periodo. Il settore promozionale è senza dubbio il più colpito, non potendo disputare campionati, ma è anche quello verso il quale siamo più concentrati. Con il bel tempo sarà possibile fare attività all’aperto, un primo modo per tornare a coinvolgere la nostra base.
A ottobre si svolgeranno gli Euro TriGames riservati alla sindrome di Down, con 8 discipline in programma tra cui il tennis. Pensi sia troppo presto per iniziare a pensare all’evento di Ferrara?
Gli Euro TriGames rappresentano un appuntamento di grande prestigio per il nostro sport. Per questo stiamo già lavorando da tempo su questo evento, monitorando con attenzione il settore C21. Nella sindrome di Down abbiamo una buona tradizione, ma ci sono anche dei nomi nuovi molto interessanti. Questo potrebbe portarci a poter convocare in Nazionale 6 o 7 atleti, che saranno scelti anche grazie a dei raduni.
Parallelamente vogliamo attuare un ricambio generazionale nel settore Open. Sarà un processo che necessiterà come minimo di un biennio, sapendo che particolare attenzione sarà riservata al settore femminile, quello numericamente più carente. L’ambizione è quella di coltivare i talenti fin da piccoli e poterci riproporre tra qualche anno anche a livello internazionale. A tal fine, a luglio mi recherò in Belgio per seguire i Mondiali VIRTUS; l’Italia non parteciperà, ma sarà importante osservare il lavoro fatto dagli altri Paesi e capire il livello degli atleti.