I principi cardine dell’azione della FISDIR sono tre:
- Una pratica sportiva «normalizzata» che offra opportunità di confronto agli atleti con disabilità intellettiva in un quadro di riferimento prevalentemente sportivo.
- Una attività che recepisca i regolamenti tecnici propri delle discipline con adattamenti minimi derivanti dalle specifiche necessità degli atleti.
- Lo sport deve favorire la completa autonomia dell’atleta, presupposto per una reale integrazione nel mondo sportivo dei «normodotati».
La filosofia che accompagna la sua azione dunque si basa sul concetto di “pratica sportiva normalizzata” nella convinzione che lo sport migliora la qualità della vita ed è in grado di esaltare le capacità individuali se praticato in forma compiuta, cioè secondo le regole che gli sono proprie.
D’altronde le persone con disabilità intellettiva e relazionale sono membri a pieno titolo della società e come tali devono essere soggetti ai medesimi diritti, opportunità e regole degli altri. Non sono persone “speciali” , ma hanno soltanto specifiche necessità.
Una reale inclusione nello sport dei «normodotati» è possibile infatti solo e soltanto se l’atleta con disabilità intellettiva è in grado di rispettare autonomamente i canoni della disciplina che pratica.