Al Teatro dei Ricomposti, Giuliano Bufacchi e Alex Cesca hanno ritirato il Premio Luca Pacioli
Un evento di alto profilo, quello ideato nel 2009 da Sauro Giorni e Alessio Scarscelli, con un parterre di premiati di eccellenza. Nel contesto del XIII Premio Nazionale Sportivo La Clessidra, si è ben inserita la Nazionale italiana di pallacanestro con sindrome di Down, tre volte vincitrice del titolo mondiale di categoria e insignita del Premio speciale “Luca Pacioli”. Un categoria che in passato ha già legato il suo percorso al mondo dello sport paralimpico, tanto da essere stato assegnato nel 2017 al Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e a Giusy Versace.
In un programma a forti tinte calcistiche (tra i premiati anche Giancarlo Abete, Luigi Di Biagio, Giuseppe Signori, Niccolò Corrado, Sandro Sabatini, Paolo Pacchioni), l’ItalBasket è stata rappresentata da coach Giuliano Bufacchi e dal capitano azzurro Alex Cesca.
Il tecnico, introdotto dai presentatori della serata, Giulia Mizzoni e Massimo Boccucci, è stato subito interrogato sui prossimi obiettivi della Nazionale. «Quando si vince così tanto l’obiettivo diventa confermarsi. Per farlo bisogna lavorare per avere nuovi ragazzi e poter avere nei prossimi anni un ricambio continuo di atleti. Siamo partiti nel 2017 con sei ragazzi, adesso posso contare su 15-20 atleti che fanno parte del giro della Nazionale. Dobbiamo far crescere i numeri, perché come diceva il Presidente Abete, i numeri sono importanti». Il grande interesse verso le attività proposte da FISDIR è testimoniato dal successo raccolto dalle vittorie azzurre sui media. «Dal 2017 è stato un crescendo e questo ci ha permesso di arrivare a essere conosciuti e di dare un sogno ai futuri atleti, a chi pratica lo sport. A prescindere da chi arriverà a quel traguardo, diamo la possibilità di sognare di indossare la maglia Azzurra. Crediamo quindi di essere andati oltre le vittorie. Tante persone ora ci contattano, perché ci vedono come un punto di arrivo, di riferimento per l’inclusione, che a me piace chiamare normalizzazione. Lo sport è uguale per tutti ed è una scuola di vita. Fare sport – ha concluso Bufacchi – aiuta a superare i preconcetti delle famiglie, della società e dona consapevolezza e sicurezza all’atleta».
Consapevole e sicuro è apparso anche Alex Cesca, al primo evento internazionale con i gradi da capitano. «Per me è stato il primo Mondiale, è stato un grande sogno. Spero di continuare così, abbiamo un gruppo bello e rifarei questa esperienza altre mille volte. Giuliano severo? Per me Giuliano non è così cattivo come mi chiedete. Sono onorato di far parte di questa squadra».
Al termine del talk, è stata letta la motivazione con la quale è stato attribuito il Premio speciale “Luca Pacioli”: La loro vittoria più grande va al di là dei risultati sportivi, con i tre Mondiali vinti in questi ultimi anni. Con il duro lavoro, la voglia di stare insieme, il gioco di squadra nel senso più vero del termine e la grande qualità umana che li ha contraddistinti, hanno conseguito i traguardi personali e sportivi più prestigiosi, regalandoci l’insegnamento più vero, quello che arriva dando l’esempio.