Fisdir Ski Race Cup 2024, primo meeting a Sestriere - Fisdir Fisdir

Fisdir Ski Race Cup 2024, primo meeting a Sestriere

Al via il primo meeting della Fisdir Ski Race Cup di sci alpino in piemonte, a Sestriere


Sarà Sestriere ad ospitare il primo meeting della Fisdir Ski Race Cup 2024.

La Fisdir Ski Race Cup è molto più di una competizione sportiva. È un viaggio che inizia il 20-21 gennaio 2024 a Sestriere (TO) e attraversa luoghi come Tarvisio (UD), Folgaria (TN) e culmina nella grande finale al Passo del Tonale (BS) il 23-24 marzo 2024.


Ogni meeting (nome coniato dall’atletica leggera per attribuire un’importanza maggiore rispetto ad una singola gara o tappa) non è solo una gara, ma un’esperienza completa che include sessioni di allenamento, opportunità di confronto tra atleti e tecnici e momenti di inclusione che vanno oltre il tracciato, creando una vera comunità.


Il formato innovativo del circuito è progettato per ampliare la partecipazione degli atleti con disabilità intellettiva, guidandoli verso l’eccellenza attraverso un percorso di allenamento consapevole. Oltre a fornire opportunità di confronto agonistico a livello nazionale, il circuito è un veicolo per promuovere non solo l’inclusione nella società, ma l’integrazione nella stessa, fornendo solide competenze agli atleti partecipanti. I territori coinvolti nel circuito sono caratterizzati dalla forte vocazione montana e dalla sensibilità delle comunità locali.

“Questa iniziativa vuole rendere migliore il mondo dello sci alpino per atleti con disabilità intellettiva, ma più in generale vuole supportare e fare evolvere l’attività sportiva di questi atleti”, commenta Roberto Maestroni, responsabile Fisdir agonistica Ponte dell’Olio ed ideatore della Fisdir Ski Race Cup.
“Lo sport rappresenta per loro una incredibile (rara e preziosa) opportunità di affermazione sociale. Questa opportunità non limita il beneficio ai soli atleti, ma si estende a tutta la nostra società, permettendole di vedere in loro persone che, nonostante le difficoltà, ce la possono fare. Mi piace credere in una società non più solo “inclusiva”, ma “integrata”, dove convivono normodotati, disabili fisici e disabili intellettivi e che necessita del contributo di ognuno”.

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