Le prestazioni della Nazionale FISDIR di atletica leggera al Mondiale VIRTUS continuano a generare un’eco positiva, anche a diversi giorni dalla conclusione dell’evento svolto in Polonia.
Le voci dei protagonisti si sono alternate, le foto e i video dei successi Azzurri sono diventati virali. Dopo le 17 medaglie conquistate, Italia terza nella classifica finale, arrivano le parole del Referente Tecnico Nazionale Mauro Ficerai, che traccia il bilancio della spedizione italiana a Bydgoszcz.
«Era un po’ di tempo che aspettavo un’occasione come il Mondiale per dare l’opportunità a giovani promettenti di fare esperienza e mettersi in mostra. Per vari morivi dopo i Summer Games di Parigi del 2018 non c’era stato modo di poter lanciare un gruppo di giovani di buone speranze che da qualche tempo dava importanti segnali di crescita. L’occasione si è presentata quest’anno ai mondiali di Bydgoszcz e abbiamo, per la prima volta, portato una squadra di 14 atleti. Al di là dei risultati, ciò che mi riempie di soddisfazione è la giovane età della nostra squadra. La più giovane. Ma anche in termini qualitativi è quella che ha ottenuto le vittorie con le prestazioni tecniche di maggior valore e non solo quella riconosciuta a Casadei, premiato come “Miglior risultato tecnico maschile della manifestazione”. Ai Global Games era stata riconosciuta a Di Maggio per la prestazione nei 100. Pensiamo a quelle di Dieng sugli 800 e sui 1500, di Di Maggio nei 100, di Vallone nei 10000, di Casadei nel giavellotto, delle staffette 4×100 e 4×400 (Schimmenti, Koutiki, Bertolaso, Di Maggio, Dieng), sono prestazioni di valore assoluto di atleti abituati a gareggiare ad alti livelli. Ma anche le prestazioni degli altri sono di grande valenza: voglio citare proprio gli incredibili e inattesi ori di Clarissa Frezza nella marcia e Alessio Talocci nel martello, gli argenti di Laura Dotto negli 800 e 1500 e di Di Maggio nei 200, di Cristian Lella nel martello, i bronzi di Chiara Masia nel martello, di Alessio Talocci nel disco, di Francesco Conzo nel giavellotto e di Ruud Koutiki nei 200, così come l’ottima prestazione di Simone Colasuonno a cui è sfuggito il podio per un soffio. Nel mondo dell’atletica internazionale è uso comune identificare il valore e la qualità complessiva del movimento dei Paesi con le prestazioni ottenute nelle staffette, specialmente nella 4×400. Riuscire a vincerle entrambe ci dà il senso della qualità della nostra atletica. Gli altri Paesi ci guardano con ammirazione e “preoccupazione”. Fino a qualche anno fa potevamo competere con dignità solo nella velocità. Ora lo facciamo anche nel mezzofondo, nel fondo, nei lanci. Al momento non siamo assolutamente competitivi nei salti, settore in cui dovremo trovare soluzioni che ci possano far ben figurare. E come si fa a non citare il primato Europeo ottenuto da Luigi Casadei nel giavellotto e quelli italiani di Laura Dotto negli 800, di Alessio Talocci nel martello e della 4×400. In conclusione credo di poter dire che sapevamo che molti dei nostri ragazzi erano competitivi, ma che si potesse portare a casa un “bottino” (è il termine che ha usato l’ambasciatore italiano a Varsavia, Aldo Amati, quando si è complimentato per i risultati ottenuti) di queste dimensioni era difficilmente ipotizzabile».